Filippo, ci spieghi com’è nata l’iniziativa di Crowdwine e come funziona?
Crowdwine nasce da una collaborazione totalmente virtuale tra Milano Wine Week e OriginalItalia in partnership con la piattaforma Eppela. Si tratta della prima attività in Italia di foundrasing per sostenere piccoli e medi produttori di vino, colpiti pesantemente dalla crisi sanitaria che ha impattato i ricavi provenienti dal canale horeca, a causa della chiusura dei ristoranti e degli Hotel, e dalle visite delle cantine, non possibili in tempi di lockdown.
Ci racconti la storia di qualche produttore vitivinicolo che ti ha particolarmente colpito?
L’aspetto che tutti hanno in comune e più mi colpisce è l’attenzione e il rispetto che questi produttori nutrono verso il loro territorio. Molto spesso entriamo in contatto con persone che lavorano come farmacisti, ingegneri, tecnici che coltivano la passione per il vino e riescono a trovare il coraggio e l’intraprendenza per farne un secondo lavoro o addirittura il principale. Si tratta di eroi locali, piccole realtà che negli anni crescono diventando delle vere e proprie cantine a tutti gli effetti.
Come possiamo tutti noi sostenere queste piccole cantine?
Andando sul sito www.eppela.com nella sezione relativa all’iniziativa Crowdwine si possono risolvere i tre problemi principali che stanno fronteggiando i produttori di vino: diminuzione delle visite alle cantine, magazzini pieni e carenza di liquidità che impedisce di investire nella produzione di quest’anno. Si possono acquistare voucher per una visita futura alla cantina oppure comprare del loro vino di punta in casse da sei bottiglie o addirittura scoprire il vino in anteprima (en primeur), ovvero si può acquistare adesso un vino che uscirà nella prossima stagione per una partecipazione più emotiva della produzione di quella cantina.
La vostra attività potrebbe inquadrarsi nell’ambito del SDG 11 dell’agenda 2030 delle Nazioni Unite incentrato su le comunità sostenibili. Quali sono gli elementi che rendono una comunità più responsabile dal punto di vista della sostenibilità?
Il concetto di sostenibilità, soprattutto se applicato nell’ambito della filiera del vino, è tipico dei piccoli e medi produttori ed è strettamente legato alla visione di lungo periodo. Un esempio concreto sono gli investimenti sui pannelli solari per le vigne che garantiscono un grande risparmio energetico. La visione a lungo termine però non funziona nell’e-commerce, il canale di vendita preferenziale del momento che ha beneficiato di una forte accelerazione durante la pandemia. Parliamo in effetti di un mondo che cresce troppo velocemente per i piccoli produttori, i prezzi sono sempre al ribasso ed è difficile fare del vero storytelling. Così noi abbiamo deciso di supportarli nel loro sviluppo su piattaforme online con un approccio slow — si definisce infatti slowcommerce.
Molto interessante il concetto di slowcommerce. Ci racconti di cosa si tratta e come possiamo introdurlo nelle nostre abitudini?
È molto semplice ed è proprio quello che noi cerchiamo di fare in OriginalItalia. Te lo spiego tramite una sorta di bignami delle fondamenta su cui si sviluppa l’e-commerce: prodotto, vendita e marketing e logistica. Si tratta innanzitutto di scegliere produttori vitivinicoli discretamente piccoli con approccio etico al lavoro. Le vendite non devono favorire le offerte, nel caso dei piccoli produttori è importante riconoscere un prezzo giusto per impedire che le vendite a ribasso danneggino il mercato. Infine ci sono gli aspetti logistici, l’e-commerce inquina molto sia a livello di trasporti che per gli imballaggi. Ma ci sono delle azioni che possiamo fare per diminuire l’impatto ambientale. Ad esempio fissando un ordine minimo di bottiglie per le spedizioni o tramite partnership con fornitori che monitorano il nostro consumo in termini di CO2 e piantano alberi per contrastare l’impatto ambientale.
Come portavoce di questa filosofia e sostenitore di iniziative che operano in tale ambito, Qual è il tuo superpotere? Quali sono i superpoteri invece dei piccoli produttori di vino sostenibili?
Ciò che più ci contraddistingue forse è proprio la volontà e la capacità di vedere oltre il recinto, di credere nei progetti del lungo periodo, perché la nostra sostenibilità aziendale non può prescindere dalla sostenibilità ambientale.
Ma non siamo noi gli eroi, sono loro, noi siamo solo un veicolo per raccontare le loro storie.
Intervista di Alice Pisano dei Global Shapers di Venezia